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ENEA NEL LAZIO | 281 |
Claudio. Restar non lice
A donzella real di turbe in faccia.
Ritiratevi meco.
Perennio. (Ah ch’io preveggo
Qualche nuovo disastro).
Selene. Vien, Perennio,
Vieni, non ti stancar di essermi padre.
Perennio. Quando a te mi uniformo, allor sei figlia.
Claudio. Son vicini i Troiani. Andiam. (parte
Selene. Ti seguo. (inchinandoti
(Ah mi palpita il cuor. Vogliano i Numi
Che almen pietà, se non giustizia io trovi). (parte
Perennio. Non so se amore o se vendetta in seno
Covi Selene. L’uno e l’altro è male;
È donna: io temo non elegga il peggio. (parte
SCENA III.
Enea ed Ascanio con seguito di Troiani carichi di trofei militari, spoglie, bandiere e carriaggi per le tende.
Presidi furo, e han la vittoria unita.
Figlio, del tuo valor le prime prove
Grate a me furo, e in te conobbi il braccio
E di Dardano e d’Ilio, e il Troian sangue.
Dei trofei, delle spoglie, ai Dei dovuta
È la parte migliore, e qui destino
Ai Penati di Troia offrir gl’incensi
E le vittime elette, e sciorre il voto,
Olà, le tende militari alzate.
(Al suono di militari istromenti levano i Soldati dai carri le tende ed i padiglioni, e le distribuiscono sul spazioso terreno, nel cui mezzo v’è il padiglione di Enea.