Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1927, XXV.djvu/272

268 ATTO PRIMO
Al pacifico Nume, e il sacro nodo

Di Lavinia e di Enea compir si affretti.
Ascanio. (Padre felice, che ha un sì fido amico!
Io son privo di amici e di fortuna). (come sopra
Latino. Se Lavinia acconsente, io non mi oppongo.
Lavinia. Del padre il cenno e dello sposo attendo.
Enea. E il mio desir dal piacer vostro è scorto.
Acate. Olà, ministri, fra le tende e l’armi
Si erga l’altare, ed alla Cipria diva
Si preparino incensi. Ardan le fiamme
Consacrate ad Amor. Giuliva turba
Inni sciolga ad Imene, e i sacerdoti
Le regie destre a vincolar sian pronti.
(Si appresta da’ Ministri l'altare colla statua di Venere, e si accende il fuoco sull’ Ara.
Ascanio. (Oh lieto padre! Agli occhi tuoi vedesti
Splender due volte d’Imeneo la face!) (come sopra

SCENA IV.

Claudio e detti.

Claudio. Signor.

Latino.   Che rechi?
Claudio.   Turno audacemente
Vuol fin qui penetrar. Ragion non giova,
Non val minaccia ad arrestar suoi passi.
Nè solo è già, ma di Ardeani arcieri
Folta schiera lo segue.
Lavinia.   Oh più di morte
Odioso agli occhi miei rege inumano!
Difendetemi, amici; io fui lo scopo
D’amore un tempo, or di crudel vendetta.
Latino. Figlia, non paventar. Son tua difesa
L’armi Troiane alle nostre armi unite.