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246 | ATTO QUINTO |
Ei la salvezza m’impetrò dai Numi,
E dal mio core un sagrifizio aspetta.
Tu la vittima sei che il re mi chiede.
Spargerò di mia man quel sangue infame
Sulle ceneri sacre. Ecco quel ferro
(impugna uno stile
Che generoso minacciò il mio seno,
Pria di mancare al mio signor di fede.
Questo i miei torti e le comuni offese
Vendichi, e mora il traditore audace.
(entra nel Mausoleo
SCENA VII.
Talete e Zeontippo.
Zeontippo. L’infelice garzon fra due perigli... (agitato
Talete. Vadasi a riparar.
Zeontippo. Si salvi il prence.
Talete. Mi trema il core.
Zeontippo. All’età mia canuta
Timor si aggiunge a rallentare il passo.
Talete. Eccola, oh Dei! Qual sangue!...
Zeontippo. Ah qual sventura!...
SCENA VIII.
Artemisia con lo stile insanguinato, e detti.
Da giustizia ed amor...
Talete. Reina, oh stelle!
Che facesti?