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244 | ATTO QUINTO |
SCENA III.
Farnabaze disarmato ed i suddetti.
Svergognato ed oppresso. Eh non fia mai
Che di trionfo a’ miei nemici io serva.
Questa vita si serbi, e a miglior tempo
Aspra vendetta procacciar si tenti.
Opportuna è la tomba a mia salvezza;
Ecco le chiavi, che il segreto varco
Schiuder mi pon di sotterraneo calle
Per uscir dalle mura; a me serbate
Da Lisimaco fur per mia ventura.
Necessario è fuggir. Nessun mi osserva.
Arrida il fato al periglioso incarco.
(entra nel Mausoleo
Talete. La fera è al varco.
Pisistrato. Ad avvisar non tardo
Artemisia ed Eumene, e tu i custodi
Tien pronti sì, che rifuggir non possa. (parte
SCENA IV.
Talete, poi Euriso.
Sa a fin condurre i decretati eventi.
Ecco in un punto al principe di Caria
Il trono aperto e i suoi nemici oppressi
Euriso Farnabaze dov’è?
Talete. Signor, deh lascia.,.
Euriso Svelami Farnabaze. Io so che al tempio
Ha diretto il fellon tremante il passo.
Talete. È tua preda, signor, ma lascia in prima...