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ARTEMISIA | 221 |
Clorideo che il protegge, e i congiurati
Che macchinar la temeraria impresa,
Chinar dovranno al mio voler la fronte.
Scorre nel cor d’Eumene il regio sangue
Dell’adorato mio consorte estinto;
Questo Nume m’inspira, e la grand’opra
A dispetto de’ rei compier m’affretto.
(parte, ed entra nel tempio
SCENA VIII.
Talete ed Euriso.
Se stessa. Eumene, e la cittade e il regno.
Va, Talete, consiglia, anima e scuoti
Dell’infelice la ragione oppressa.
Talete. Vana è l’impresa, se fissato ha il chiodo,
E a far che chiuda alla ragion l’orecchio
Basta la falsa immagine sognata
Che da quell’urna esca il fatal consiglio.
Euriso La secondino i Dei. Deh tu frattanto
Che alla grand’opra la regina è chiusa,
La promessa rammenta, e il ricco avello
A me, se lice, penetrar concedi.
Talete. Non vuoi veder della reali funzione
L’apparato pomposo?
Euriso Il cor mi sprona
A veder pria di Mausolo la tomba.
Talete. Va, tei concedo; ma all’uscir sii presto,
Che la regina ad isdegnar non s’abbia.
Euriso Brievi momenti impiegherò.
Talete. Ti aspetto.
(Euriso 1 entra nel Mausoleo
- ↑ Manca qui il nome nell’ed. Zatta.