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212 | ATTO TERZO |
Pentir si può, se il Persïan si parte,
E s’egli resta, ogni avventura è incerta.
Veglierò ad ogni evento. I miei disegni
Terrò celati ai più fedeli amici;
Che della rotta fè si lagna a torto,
Chi in sè l’arcano custodir non seppe.
SCENA II.
Eumene con Guardie, e detto.
Che non soffre minaccie e non le teme,
Del Perso in faccia e dei nemici ad onta,
Vuol di sua mano coronarmi il crine.
Pisistrato. Dove? Quando?
Eumene. Nel tempio; ed a momenti
Compier dee la grand’opra; ordin mi diede
I ministri, i custodi, e queste guardie
Distribuir per sicurezza intorno.
Pisistrato. E Clorideo, cui appartiene il dritto
Del prim’onor degli ordini reali,
Non si scuote all’insulto?
Eumene. Ei Farnabaze
Ad onorare e a coltivar si è dato.
Lungi tuttora dal real palagio
Stassi col Perso, e la regina impone
Che altri supplisca al primo ministero.
Pisistrato. Puoi disporre di me.
Eumene. Sì, sta in mia mano
Sceglier colui che dall’altar fumante
Prender dee la corona ai piè del Nume
Da Artemisia deposta, e alla mia fronte
Offrirla in nome degli Dei, del regno.