Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1927, XXV.djvu/213


ARTEMISIA 209

SCENA VIII.

Euriso solo.

Puote un pastore i coraggiosi affetti

Sino al trono innalzar? Può una regina
Le oneste brame umiliar dal soglio?
E si vantan gli esempi? e Farnabaze
Dirlo non teme al risoluto Euriso?
No, non mel disse invan. Servon gli esempi
Di consiglio alle imprese....E quale orgoglio
Ardirebbe troncar le mie speranze?
Grado non v’ha che declinar non possa
Dal sender di virtù; ma d’Artemisia
Geloso è il cor di sua grandezza, e io sono
D’onesti affetti e dell’onor geloso.
Fren si ponga all’ardir; ma invano il prence
Mi lusinga che io serva a’ suoi desiri.
Sdegno l’opre volgari. Il mio dovere
Far promisi, egli è ver; ma il dover mio
È di servir la mia regina, ad essa
Odio inspirar contro il tiranno, e quando
Le giovasse il mio sangue, a lei che il merta
Il sangue offrir per la sua gloria in dono.


Fine dell’Atto Secondo.