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ARTEMISIA 207
Pietoso asilo, sa la patria e il nome.

Farnabaze. Farnabaze tel chiede.
Euriso   Io non conosco
Che una sola sovrana.
Farnabaze.   Un temerario
Conoscerà di Farnabaze il grado.
Euriso Se non basta a sottrarmi il regio cenno,
Valeranno gli Dei che han qui lor sede.
Farnabaze. Perchè al tempio vicin t’inoltri e celi?
Euriso M’inoltro e non mi celo. A che celarmi?
Farnabaze. Della regina ai seguito pomposo
Chi lontan ti trattiene?
Euriso   Il mio rispetto.
Farnabaze. Hai grado in Corte?
Euriso   L’odierno sole
Qua mi vide soltanto, e non è poco
Che di donna regal pietà mi soffra.
Farnabaze. E sol pietà che ti trattiene, o amore?
Euriso Amor di chi?
Farnabaze.   D’una regina accesa
Per un vile pastor; di un pastor vile
Che al regio affetto arditamente aspiri.
Euriso L’impossibil tu fingi. Ove s’intese,
Che fra tanta distanza amor si accenda?
Farnabaze. Non saresti tu il primo, ed Artemisia
L’unico esempio non sarebbe al mondo.
Euriso Che mi narri, signor? Sull’aureo trono
Salir le fiamme d’un volgare affetto?
Farnabaze. Perfido, invan mel chiedi; e nella finta
Maraviglia conosco il cor mendace.
Euriso Ah, signor, se fin ora ardì cotanto
L’innocente mio cor, su questo capo
Giove un fulmine vibri. Ed a che invano
Giustificar la mia innocenza? Un giorno
Scorso non è che Alicarnasso io vidi.