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ARTEMISIA | 205 |
Quel che accende il suo cuore. Amar gli estinti
È nuova foggia di superbo affetto.
Eumene. Ah non soffrir, Pisistrato, l’onore
Della tua principessa offeso a torto.
So che tu m’ami e nel tuo amor confido.
(a Pisistrato, e parte
Pisistrato. (Sarà mia cura il vendicar l’oltraggio.
Se Artemisia rinunzia a Eumene il trono,
Nuova lusinga di regnar mi alletta), (in atto di partire
Clorideo. Prence, dove ten vai? (a Pisistrato
Pisistrato. Della regina
I disegni a esplorar.
Clorideo. Non istancarti
D’esser meco all’impresa. Eumene, il vedi,
Farnabaze ricusa; a te non resta
Il timor di smarrirla. (piano a Pisistrato
Pisistrato. (È ver. Mi resta
La speme di salir con seco al trono), (da sè, e parte
SCENA VI.
Clorideo, Farnabaze, Lisimaco, Guardie, ed Euriso in disparte, come sopra.
Farnabaze. Tentar fin dove
Giunger può la pietade, indi allo sdegno
Sciogliere il freno e minacciar l’altera.
Clorideo. Lascia ch’io possa i più fedeli amici
Premere e consultar. Veduto ho in volto
A più d’uno di loro i segni espressi
Dello sdegno eccitato. In ogni guisa
Tu sarai nostro re.