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ARTEMISIA 199

SCENA II.

Artemisia, scortata da numerose Guardie e Grandi del regno; Euriso
in abito civile, dopo di tutti, quale va a ritirarsi fra le colonne
che introducono al tempio; Clorideo e Pisistrato.

Artemisia. Oh trono infausto! Oh agli occhi miei già stanchi

Oggetto di dolor! I tuoi gradini
No, non oso salir. Tremulo il piede,
Già reso inetto a sostener le membra
Abbandonate, inciampa... Oh sposo amato!
Clorideo. In noi, regina, ti riserba il Cielo
Un sostegno non vil. La nostra fede
Languir non sa delle sventure all’urto.
Sei la nostra regina, e il sangue istesso
Per la tua gloria di versar siam pronti.
Artemisia. Dell’amor vostro il sacrifizio, il dono,
Altra donna potria render felice;
Ma alle perdite mie dolenti, eterne,
Util riparo la pietà non reca.

SCENA III.

Eumene e detti.

Artemisia. Vieni, Eumene diletta. Al seno mio

In te lascia che io stringa un degno avanzo
Di quel sangue regal, ch’è a me sì caro.
Oh di Mausolo mio germana illustre,
Unico stelo della Caria stirpe,
Questo pegno d’amor soffri ch’io renda
Alla memoria del re nostro estinto.
Non isdegnar, che la cognata afflitta
Ti versi il cor dalle pupille in seno.
(abbracciandola strettamente piangendo