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198 ATTO SECONDO
Pisistrato. Seco lui ragionasti?

Clorideo.   In brevi accenti
Molto si meditò, molto si prese
A trattare e a dispor. D’amore acceso
Sembra il prence di lei; ma per costume
Fervido, violento, ha già deciso
Se ricusa l’amor, d’usar l’orgoglio.
Pisistrato. Ed avrai cor la vedova regina
Esporre all’onte d’un nemico armato?
Clorideo. Non può dirsi nemico un che l’adora.
Pisistrato. Ma se lo sdegna resistenza ingrata,
E in furor cambia il geniale affetto,
Chi sottrar può dalle minaccie il regno?
Clorideo. Chiede il regno un monarca, e a noi lo rechi
O la forza o l’amor.
Pisistrato.   Pietà risento
Del preveduto suo periglio.
Clorideo.   Invano
Una pietà importuna ti sconsiglia
L’interesse comun. Regni Artemisia;
La feliciti il Ciel; doni alla Caria
Il successor; ma se ricusa il dono
Della sorte, del re, di noi medesmi
Pronti a baciar nella sua destra il scettro,
Non sacrifichi il regno ad una vana
Micidial passion. Chi debol nasce,
Dal trono immeritato alfin discende.
Pisistrato. Se di Eumene si tratta...
Clorideo.   Or non è tempo
Di pensar oltre. Il suo voler si attenda.