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188 ATTO PRIMO
Di quel tenero amor, per brieve istante

Vieni, e n’innonda di letizia il seno;
Indi l’affanno del piacer smarrito
Renda più crudo, esacerbato il duolo.
Olà: se nella tomba alcun si chiude
O ministro o custode, il van disgombri;
Sola vuo’ rimanervi; e niuno ardisca
Interrompere il corso a mia pietade.
(Escono dalla tomba i Ministri, i quali passano al tempio inchinandosi ad Artemisia.
Talete, va; fin che sul cener piango,
Offerte sian dai sacerdoti al tempio
Le vittime agli Dei. Clorideo, veglia
Che non penetri alcun. Chi è quel pastore
Che di celarsi fra que’ marmi ha cura?
(A Talete, osservando Euriso, nell’atto che s’incammina al Mausoleo.
Talete. (L’imprudente si scopre). Un giovin, spinto
Dal desìo di mirar del ricco avello
Gli scelti marmi e l’artifizio industre.
Artemisia. Fa che s’avanzi.
Talete.   Accostati, pastore;
La regina l’impone.
(Ad Euriso, poi inchinandosi ad Artemisia parte verso il tempio con li Ministri.

SCENA IV.

Euriso, Artemisia, Clorideo e Guardie.

Euriso   (Ah qual m’inspira (accostandosi

Letizia in sen quel maestoso aspetto!)
Artemisia. Donde vieni? chi sei?
Euriso   Alta regina,
Sul scosceso confin che dalla Lidia