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GLI AMORI DI ALESSANDRO | 173 |
SCENA ULTIMA.
L'ombra di Dario esce dal mausoleo, e detti'.
Mi son cari, o Statira. Un giuramento
Non esigo da te. La mia vendetta
Ad Alessandro procacciar si aspetta.
Tu al vincitor la destra
Porgi pur, tei concedo; egli n’è degno.
Abbia pace il tuo core, e pace il regno.
(l’ombra sparisce
Statira. Oh portento!
Barsina. È sparito?
Policrate. Oh caso strano!
Lisimaco. Voi vi stupite in vano. In questo regno
L’ombre son familiari. In Babilonia,
Del regal mausoleo ch’ivi s’ammira,
L’ombra di Nino favellò a Semira.
Alessandro. Principessa, che dici?
Statira. Al padre mio
Son disposta obbedir.
Alessandro. Dinanzi al Nume
A te porgo la destra.
Statira. Ah del mio nodo
Sei contenta, Barsina? (allegra
Barsina. Oh assai ne godo. (ironica
Alessandro. Se Leonato non sdegni,
Merta il prence il tuo cor.
Barsina. Tu ne disponi.
Alessandro. Porgi ad essa la destra. (a Leonato
Leonato. Eccola, irato
Vedrò più il ciglio tuo? (a Barsina
Barsina. Ti ho perdonato.
Rossane. Ed io, signor, scordata