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GLI AMORI DI ALESSANDRO 171
Efestione. E pur chi non è audace,

Non può sorte sperar. Ma in ogni guisa
La mia fiamma è da lei spenta o derisa. (parte

SCENA XI.

Tempio col mausoleo de’ monarchi di Persia, e due altari con ara accesa.

Alessandro, Megabise, Leonato, Policrate, Lisimaco, Niso, seguito di Macedoni e Persiani, Ministri e sagrificatori.

Alessandro. Persi, è morto il re vostro. Io nel suo sangue

Non immersi la spada. Un tradimento
Trasse al vostro signor l’alma dal petto;
E vendetta dell’empio io vi prometto.
Ecco la tomba augusta
Ove il teschio regal di Dario è chiuso;
Ecco l’are fumanti, una all’irata
Nemesi, il Cielo impegna
Contro i rei traditori, e l’altra il dono
Della pace comun dai Numi impetra.
S’odano i voti a rimbombar sull’etra.
Delle donne l’aspetto
Oggi al tempio s’ammetta, e sian le afflitte
Principesse infelici
Presenti anch’esse ai sospirati auspici.

SCENA XII.

Statira, Barsina, Rossane, Talestri, Ardena, Soldati.

Statira. Deh! non voler, signore,

Funestar col mio pianto
Della pietà, della vendetta i riti.
Barsina. Misero padre mio!
Alessandro.   Del dolor vostro
Troppo è giusto il motivo, e non ardisco