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164 ATTO QUINTO
L’illustre allor che mi circonda il crine;

E l’acquisto di un uom di gloria degno
Calmi assai più, che conquistare un regno.
Efestione. Deh! quell’amor che senti
Per li vassalli tuoi, volga uno sguardo
AI tuo fedel Leonato. Ei nella pugna
Segnalò il suo valor.
Alessandro.   Sì, l’ho veduto
Nei cimenti scagliarsi, e il proprio sangue
Spargere innanzi a me. Contento io sono
Torni al campo Leonato, e gli perdono.
Efestione. Amici, il lieto avviso
Rechisi al capitano. (alle Guardie, una delle quali parte

SCENA VII.

Megabise e i suddetti, poi Niso e Policrate.

Megabise.   Invitto sire,

Due che Statira invia,
Braman di favellarti.
Alessandro.   Oh di Statira
Nome grato al mio cor! Vengano.
Megabise.   Entrate.
(verso la scena
Niso. Signor, la principessa
Primogenita a Dario, inteso il colpo
Che le membra non men che il cor ti opprime,
Manda per tua salute
Questi del nostro clima
Medico illustre di saper ripieno.
Policrate. (Nel mirarlo mi sento ardere il seno).
Alessandro. Grazie rendi a Statira. Altri soccorsi
Ebb’io finor1 ma d’una man sì cara

  1. Nel testo: fin ora.