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GLI AMORI DI ALESSANDRO 163
Per te stessa il timore. Olà! soldati,

Scioglietele dal piede
Quelle ingiuste catene; andiam, vedrai
Di una che tua rival resa è d’amore,
La virtude qual sia, qual sia il mio core. (parte
Rossane. Gratitudine merta
Chi scioglie dal mio piè le rie catene.
Tutto gli cederò fuor che il mio bene. (parte

SCENA VI.

Campo d’Alessandro, con padiglioni; Alessandro portato sopra gli scudi da’ suoi Soldati al suono de’ militari strumenti; Efestione seguito dai Guerrieri.

Efestione. Signor, qual ti risenti

Nelle membra e nel sen?
Alessandro.   Robusto è il fianco;
Quel primiero sopor più non m’opprime;
Sol coi palpiti suoi minaccia il core
Qualche assalto novello.
Efestione.   I Dei pietosi
Abbian cura di te.
Alessandro.   Diasi riposo
Alle stanche milizie. Ogni soldato
Per tre giorni riceva
Doppia la paga usata. A spose, a figli
Dei periti guerrieri
Diasi per quattro lune
La mercè degli estinti.
Sieno sepolti i vincitori e i vinti.
Efestione. Oh pietade! oh clemenza! a te, signore,
Pensi men che ai soldati.
Alessandro.   I miei guerrieri
Son le delizie mie. Da lor conosco