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GLI AMORI DI ALESSANDRO 151
Mi allettò quel ribaldo; alla germana

Creder fec’io che amore
Mi giurassi tu stesso. Ella si accese
Contro te di furor. Perdemmo entrambe
Di tua bontà, di tua clemenza il frutto;
È quel perfido cor cagion di tutto.
Fermati, non partir, lascia ch’io torni
A svelare a Statira il tristo inganno:
L’altrui colpa non cada in nostro danno. (parte

SCENA VI.

Alessandro, Leonato, Efestione, Soldati.

Alessandro. Che facesti, Leonato?

Leonato.   Amor perdona,
Che spronommi a mentir. Negava il grado
Ad altri palesar. Sol d’Alessandro
Credea degno il suo nome. Il suo bel volto
M’invogliò di saperlo. Ah! tu conosci
Quanta forza ha l’amor sul nostro core.
Alessandro. Non perdona Alessandro a un mentitore.
Vattene; dal mio campo
Ti licenzio per sempre.
Leonato.   Andrò fra l’armi
La mia colpa a purgar. Vietar non puoi,
Che un eroe sfortunato
Per te vada a incontrar l’ultimo fato. (parte

SCENA VII,

Alessandro, Efestione, Soldati; poi Megabise.

Alessandro. Pria di partir si veda

Nuovamente Statira. Ella a ragione
Parlò meco sdegnata, e non condanno,