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GLI AMORI DI ALESSANDRO |
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Mostri di paventar, dai chiaro segno,
Che sei d’amor come di gloria indegno.
Leonato. Ah! non sai che pur troppo...
Alessandro. Olà, ti accheta.
(a Leonato
La regina favelli, e i suoi disegni
Piacciale di svelar.
Talestri. Sai che il mio regno
Dell’Ircania al confin, cui bagna il Fasi,
Da più secoli esclude
Col rigor più severo
Destra virile a regolar l’impero.
Pur necessario è a noi,
Per conservar la specie,
Di natura seguir le leggi e i riti,
Dal regno uscendo a procacciar mariti.
Si dividono i parti. Ai genitori
Mandansi i maschi suoi,
Ed il sesso miglior riman per noi.
Efestione. Perdonami, regina, il miglior sesso
Credi tu il femminile?
Ardena. E dubitarne
Mostri tu che favelli? A tuo dispetto
Confessare lo dei. Che manca in noi
Di quel bel che tu vanti? Ingegno ed arte
E valore e virtù regna del pari
Nella donna e nell’uomo: e se le vostre
Femmine voi serbate a vita oscura,
Colpa è solo dell’uom, non di natura.
Una pasta medesma, un spirto istesso
Forma entrambi i due sessi, e in noi prevale
La pietà, la dolcezza,
L’amor, la tenerezza.
Efestione. Sì, negar non si puote...
Alessandro. Il tempo invano