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146 ATTO QUARTO
Penetraro al confin del Termodonte.

Noi le Amazzoni siamo; il nome nostro
A te ignoto non credo. Avrai contezza
Di quel regno per noi lieto e felice,
In cui ad uomo penetrar non lice.
Di Talestri regina
Udisti forse a ragionar?
Alessandro.   Novella
Ebbi del suo valore.
Talestri.   Ed io son quella.
Alessandro. O degna che la terra
Ti obbedisca e ti onori. A te dovuto
Offre il cor d’Alessandro umil tributo.
Talestri. Dal Caucaso gelato
Con trecento compagne
Scesi sol per vederti. Il nostro campo
Impaziente aspetta
Sentir da noi come Alessandro approvi
Delle donne il coraggio; e s’ei non sdegna
Della gloria immortal far parte altrui,
Von le Amazzoni mie pugnar con lui.
Alessandro. Chi ricusar potrebbe
Compagnia sì preziosa?
Leonato.   Avverti, o sire,
Che delle donne il micidial valore
Non giunga in prima a debellarti il core.
Ardena. Chi sei tu che presumi
Far da satrapo al re? Credi tu forse
Che del suo core il dono
Possa avvilir la maestà del trono?
Non mirerebbe il mondo
Il maggior de’ viventi in Alessandro,
Se il genitor Filippo
Non avesse ad Olimpia il core offerto;
E tu che il sesso nostro