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GLI AMORI DI ALESSANDRO 141
Al macedone eroe fu dato in pegno.

Altro sposo, altro amor io più non degno.
Alessandro. No, non temer, Rossane,
Non ti cede Alessandro. Un sol momento
Lasciami respirar. Vedrai s’io t’amo.
Il tuo bel, tua virtude... (Oh dei! che sento?
Che risolvo? che fo?) Nelle mie tende
Vattene a riposar. Richiede il campo
Ora la mia presenza. A te fra poco
Ritornerò. (confuso
Rossane.   Efestion, signore,
Mira, sen vien; se l’amor mio richiede,
Che risponder degg’io?
Alessandro.   Digli che ancora
Te altrui non cedo, e che il mio cor ti adora. (parte

SCENA VIII.

Rossane e Efestione.

Rossane. Sorte, non mi tradir.

Efestione.   Bella, poss’io
Lusingar il mio cor?
Rossane.   Lo speri in vano.
Efestione. Di resistere ardisci al tuo sovrano?
Rossane. Del mio sovrano i sensi
Tu per anche non sai. Disse che ancora
Me altrui non cede, e che il suo cor mi adora. (parte
Efestione. Oh infelice amor mio! Dunque Alessandro
Ha sì debole il cor? Basta uno sguardo
Ad avvilir la sua virtù? Mortali,
Di voi non vi fidate;
Un esempio funesto in lui mirate. (parte


Fine dell’Atto terzo.