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136 ATTO PRIMO
Vogliano i giusti Dei. Le tue vittorie

Ti hanno reso superbo, e onesto credi
Tutto quel che a te piace,
O godi almen nel comparire audace.
Alessandro. Qual linguaggio è codesto?
Statira.   Il regio sangue
È protetto dal Ciel. Se della Persia
Due germane reali oltraggia il fato,
A te però non lice
Il destino di noi far più infelice.
Alessandro. Questi sdegni novelli...
Statira.   E d’onde, ingrato,
Le donzelle reali
Apprendesti a insultar? Vanne, che il Cielo
Quanto t’inalza più, tanto più orrendo
Ti aprirà il precipizio. Al padre mio
Non la finta pietà, ma la perfidia
D’Alessandro svelai. Besso gli reca
In un foglio i miei sensi. Aspetta, aspetta,
O da Dario o dal Ciel la mia vendetta. (parte

SCENA IV.

Alessandro, Leonato e Barsina.

Leonato. Signor, quest’è l’amante

Che sospira per te?
Alessandro.   (Sogno, o son desto?
Eterni Dei, che cambiamento è questo?)
Leonato. Adorata Barsina...
Barsina.   Il nome mio,
Empio, non proferir. Quest’è la gloria
De’ Macedoni invitti? È questo il pregio
D’un eroe vincitore? Una donzella
Insultare, tradir, virtù s’appella?