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GLI AMORI DI ALESSANDRO 129
Non lo disse a te stessa?

Statira.   O tu m’inganni,
O si rendon più crudi i nostri affanni.
Barsina. Ingannarti? perchè?
Statira.   Ma Io conosci
Quell’eroe di cui parli?
Barsina.   Il di lui nome
Seppi dai labbri suoi.
Statira.   Disse d’amarti? (agitata
Barsina. Lo disse, e lo giurò.
Statira.   Parlò di nozze?
Barsina. Sì, sì, delle sue nozze
Le speranze migliori ancor mi ha date.
Statira. Barsina, oh giusti Dei! siamo ingannate.
Barsina. Come?
Statira.   Ah! l’empio Alessandro
Con simile linguaggio
Meco pur favellò! Disse d’amarmi, (agitata
Mi promise la fè; la destra mia
Chiese il perfido in dono.
Ah! derisa tu sei, schernita io sono.
Barsina. Stelle! Ciò sarà ver?
Statira.   Lo giuro ai Numi.
Teco non so mentir. Chi sa dell’empio
Il disegno qual sia?
Barsina. Oh Dei! può darsi
Un sì barbaro core? Oh me infelice!
La prima volta è questa,
Che nel seno innocente accolsi amore.
Ah! se un vil traditore
M’ingannò a questo segno,
Giuro contro d’amor perpetuo sdegno. (parte
Statira. Ma che mai d’Alessandro
Degg’io pensar? Che per costume avvezzo
Sia le donne a tradir? Ciò non s’accorda