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126 ATTO PRIMO
Confida negli amici e l’altro poi

Nelle cabale sue; ma niun di loro
Ha saputo predir con simil cura,
Che Alessandro veniva a queste mura. (parte
Besso. Io, se il brami, Statira,
Dario rintraccerò.
Statira.   No, non mi fido
Di un traditor.
Besso.   Tu traditor mi credi,
E pur tale non sono. È vero, Arbela
Che difender poteasi
Qualche giorno di più, ceduta ho al primo
Apparir del nemico. E qual motivo
Alla resa m’indusse? In me viltade
Credi tu forse, o avidità perversa
Di ricchezze e d’onori? Ah! no, t’inganni.
La reale tua vita,
Quella della germana, i più fedeli
Sudditi del mio re sottrar mi piacque
Dalla strage imminente,
E il prezioso serbar sangue innocente.
Anche i tesori istessi
Dissipati, dispersi,
Stati sarian dei vincitori in preda.
Tutto per mio consiglio
Tutto è salvo, Statira, e alla mia fede
Titol di traditor dai per mercede?
Chi più di me sospira
Rivedere il mio re? Lascia ch’io vada
L’afflitto a consolar. Ma colla macchia
Che mi apposero al volto i miei nemici,
Presentarmi non vo. Tu, se ti cale
Che lo trovi e gli parli, e il tuo progetto
Lo consigli abbracciar, tu mi accompagna
Coi caratteri tuoi. Della mia fede