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GLI AMORI DI ALESSANDRO 115
Quell’onor ch’è dovuto al mio valore,

E congiunga due re pronubo amore.
Statira. (Fortunata Statira, ecco il momento
Di mia felicità).
Efestione.   (Che fai, signore?
Non rammenti la fede,
Che a Rossane giurasti?) (piano ad Alessandro
Alessandro.   (Ah! tu m’uccidi.
(piano ad Efestione
Più vezzosa beltà di lei non vidi).
Statira. Signor, prendo l’impegno
Di spedir, se il permetti,
Amica gente a rintracciar mio padre.
Se un’amistà sincera
Si potesse sperar...
Alessandro.6 Dubiti in vano,
Se discorde dal labbro
Temi il cor d’Alessandro.
Statira.   Il Ciel secondi
I tuoi voti ed i miei. No, non intendo
Adularti, signor, nè un debil core
Farti credere in me. Non sono accesa
Dal poter de’ tuoi lumi; in un istante
Io non dirò che mi rendesti amante.
Amo in te la tua gloria. I pregi tuoi
Mi son noti e li ammiro. Al sangue mio,
Sangue del tuo più degno
Desiar non potrei; ma tutto questo
Non mi sprona al gran passo. Il padre afflitto,
La mia patria languente, i cari amici,
I sudditi fedeli, il sangue sparso,
1 perigli futuri, e l’incertezza
Del comune destin mi dice: al core
Cerca la pace, e la procuri1 amore.

  1. Nel testo: proccuri.