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GLI AMORI DI ALESSANDRO 111
Con cui tu non sapesti

Riparar la città.
Besso.   Che far poteva...
Statira. Taci.
Besso.   Che far poteva
Contro i nemici audaci
Senza gente, senz’armi...?
Statira.   O parti, o taci.
Besso. L’uno e l’altro farò. Segui in tal guisa
A favellar, se hai core,
Col guerriero ch’or vien dal vincitore.
(accennando chi viene e parte

SCENA VI.

Statira, poi Leonato con Soldati.

Statira. Non mi reca timor. Vedrò chi ardisce

Di oltraggiare il mio grado.
Leonato. O tu che al volto
Sembri donna regal, del mio sovrano
Lascia ch’io possa i cenni
Francamente eseguir.
Statira.   Che far pretendi?
Leonato. Penetrar quelle stanze.
Statira.   Ed a qual fine?
Leonato. Per conseguir della vittoria i frutti.
L’oro che là si asconde, alle milizie
Per ordin d’Alessandro
Deesi distribuir.
Statira.   Merita in vero (ironica
Il tuo re generoso
Lode per tal bontà. Che bella gloria!
Che sublime virtù! Rapir l’altrui
Per premiar le sue genti! È sì meschino