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GIUSTINO 95

SCENA IV.

Arianna ed Eufemia.

Arianna. Misere noi! Quale tragedia orrenda

Ci prepara il destin!
Eufemia.   Nulla pavento,
Se l’eroe vincitor sarà Giustino;
Conosco il suo bel cor.
Arianna.   Mira un presagio1
Delle nostre sventure. Infranto mira
L’alto marmoreo avello, ov’eran chiuse
Le ceneri di lui che mi fè Augusta.
Dov’è la spada? Dov’è l’aureo serto?
Ah l’involaro i 2 dei meco sdegnati
D’aver condotto all’orientale Impero
Anastasio, che ancor amo ed adoro 3.

SCENA V.

Anastasio dalla torre con guardie, e dette.

Anastasio. Perfidissime stelle! All’ira mia

Vitaliano sottratto? E chi di tanto
Colpevole sarà? Gli empi custodi
Complici della fuga, a giusta pena
Tratti siano. Soldati, all’alta cima
Guidinsi4 della torre i scellerati,
Indi precipitati, in giù si lancino5,
Si sfracellin gl’iniqui... Ah potess’io
Così punir chi dalle man mi trasse
Il perfido Giustino! Ecco l’indegna, (ad Eufemia
Che colorirmi del fellon volea

  1. Ms.: pressagio.
  2. Così nel ms.; nell’ed. Zatta, par isbaglio: gli.
  3. Ms.: che ancora amo ed adoro.
  4. Ms.: Guidansi.
  5. Ms.: Indi al piano gettati, abbian castigo — Misurato alla colpa. Ah potess’io ecc.