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ATTO QUARTO
D’onor mi siete, scellerati, e d’ira.

(Qui scende un fulmine, che battendo nel Mausoleo lo fa precipitare; indi ferisce e1 atterra alami soldati, e gli altri 2 fuggono spaventati, lasciando Giustino.
Oh tremenda de’ Numi onnipossente
Destra fatal, che i miei nemici atterri.
Salvo forse mi vuoi? La tua potenza
Forza mi dia, seconderò l’impresa.
(I soldati ritornano per arrestar Giustino 3; egli leva la spada ad uno degli estinti, combatte 4, e pone In fuga gli assalitori, restando egli ferito in un braccio 5.
Itene scellerati, itene indegni,
Recate al signor vostro, che dal Cielo
Fu la innocenza 6 mia salva e difesa.
Ma oimè, ferito i’ son. Non vuole il Cielo,
Ch’io goda, no, di mia vittoria il frutto.
Reggermi più non posso. Ah padre mio,
Dove sei7 tu? Su queste prodigiose
Memorande rovine8 il fianco adagio.
Mi soccorrano9 i Dei, che 10 vengo meno.
(riposa sopra i sassi del Mausoleo

SCENA VIII.

Ergasto solo11 con due pastori che portano fiaccole 12 accese, e detto.

Ergasto. Oh qual rovina! Oh qual terror! Il Cielo

È sdegnato con noi. Fulmini e tuoni
Sono le voci sue. Parla ai mortali
Con queste di terror supreme note;

  1. Ms.: ad.
  2. Ms.: gl’altri; e così poi degl’istinti e gl’assalitori'.
  3. Ms.: Li Soldati ch’orano fuggiti, tornano per arrostare Giustino.
  4. Il ms. aggiunge: e con quella.
  5. Ms.: fianco.
  6. Ms.: l’innocenza.
  7. Ms.: se’.
  8. Ms.: ruine.
  9. Così il ms.; nell’ed. Zatta: soccorrino.
  10. Ms.: ch’io.
  11. La parola solo non c’è nel ms.
  12. Ms.: fiacole.