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LA BELLA SELVAGGIA | 567 |
SCENA XIV.
Delmira sola.
Di tal delitto a parte che sia il mio genitore?
No che non è mio padre ribaldo a questo segno;
Sol Zadir è capace di un tradimento indegno.
Ed io con tanto zelo la fede ho a lui serbata.
Ho difeso, ho protetto un’anima sì ingrata?
Io feci il mio dovere; no, di ciò non mi pento;
Ma indegno del mio cuore lo rende un tradimento.
Questo ferro inumano sprezza, mi dice, un empio;
Fosti finora indarno di fedeltade esempio.
Ama, mi dice il cuore, chi merta essere amato;
Ama l’eroe pietoso che di virtude è ornato.
Ma del mio cuor la voce troppo è a ragion sospetta.
Confondere pavento l’amore e la vendetta.
Tanto de’ miei consigli presumere non voglio.
Sicché a temer non abbia del femminile orgoglio.
Penso, temo, vaneggio; ferro, che dir mi vuoi?
Che mi dicesti, Alonso, coi rimproveri tuoi?
No, consiglier sospetti, no no, più non vi ascolto.
Voglio ascoltare il padre, vo’ rimirarlo in volto.
Non mi abbandono in braccio di una passion tiranna;
Anche il cuore medesimo coi suoi consigli inganna.
Ma chi per la virtude serba costante il zelo,
Se lo tradisce il mondo, non l’abbandona il Cielo.
parte
Fine dell’Alto Quarto.