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LA BELLA SELVAGGIA 535
Queste insidiose vesti spogliare io ti consiglio.

Delmira. Ah signor....
Zadir.   Non lo vedi? cela i pensieri audaci.
Camur. Vo’ parlar con mia figlia. Vattene tosto, e taci.
Zadir. La mia ragion...
Camur.   Rispettami.
Zadir.   È un’infedele...
Camur.   Audace!
Zadir. Taccio per obbedirti, ma il mio furor non tace, parte

SCENA IX.

Delmira e Camur.

Camur. Figlia, figlia, siam soli; vo’ favellarti al core!

Non isdegnar le voci udir del genitore.
Nelle cangiate spoglie serbar puoi l’innocenza,
Ma rea d’infedeltade ti mostri all’apparenza.
Il cedere alle leggi degli Europei costumi
È un insulto alla patria, è una mancanza ai numi.
La colpa del tuo cuore non sta nella tua veste,
Ma le colpe maggiori principiano da queste.
Si avvezza a poco a poco a intiepidirsi il petto,
L’amor di novitade produce un tristo effetto.
E il troppo compiacersi degli infedeli accanto
Scema nel cuor più fido della costanza il vanto.
Noi abbiam nostre leggi, noi veneriamo il Sole.
So che cambiare il culto dagli Europei si vuole.
E veggoti vicina a secondar sue voglie,
Se a cambiar il costume cominci dalle spoglie.
Credi tu che a Zadir vorran tua destra unita?
Ti troverai, Delmira, ti troverai schernita.
Fuggi da queste soglie. Vien meco in altra parte
Incognita degli empi alle minaccie, all’arte.
Fra i scoscesi dirupi vivrem vita meschina,