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LA BELLA SELVAGGIA 523
Sì, starei volentieri coi schiavi alla catena.

Purché mi permettessero di bere a pancia piena;
E anche mi adatterei1 a far qualche mestiere,
Se il vino in abbondanza mi dessero da bere.
Rosina. Tanto ti piace il vino?
Schichirat.   E a chi non piaceria?
Cosa di lui migliore non ebbi in vita mia.
Rosina. E le donne Europee, di’, ti piaccion niente?
Schichirat. Mi piacciono le donne così, passabilmente.
Ma il vino è una gran cosa.
Rosina.   Avvezzi gli occhi tuoi
Alle donne selvaggie, cosa ti par di noi?
Schichirat. Mi par, se devo dirti la pura verità,
Che in voi delli’artifizio vi sia nella beltà.
Come si può conoscere il bel che fè natura,
Se ciascheduna il vero di mascherar procura 2?
Noi le femmine nostre veggiam come son nate,
Non son per comparire da tante cose ornate.
Sogliono, come sono, andar per le campagne;
Si vedono i difetti3, si scopron le magagne.
E fra noi non succede che trovisi il marito,
Invece di una donna, un scheletro vestito.
Rosina. Veramente da sciocco sono i discorsi tuoi.
Schichirat. Rosina, io non ho inteso di favellar per voi.
Rosina. Tu non conosci il merito di femmina Europea.
Per far che lo conosci, vo’ dartene un’idea.
Una beltà negletta da noi poco s’apprezza;
La grazia è il condimento miglior della bellezza.
La carne senza spirito suol invaghire i sciocchi,
I cuori delicati s’incantano cogli occhi.
Un sguardo vezzosetto, un semplice sorriso
Val più di quelle rose che adornano un bel viso.
Che vali donna polputa, qualora non vi sia
Nelle candide membra buon garbo e leggiadria?

  1. Ed. Pittori: addatterei.
  2. Ed. Pitteri: proccura.
  3. Ed. Pitteri: diffetti.