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516 ATTO PRIMO
Altri dell’armi vostre ebbero un reo spavento.

Io ne provai nell’alma insolito contento.
Ed arrivare io spero al lucido chiarore,
Che co’ suoi moti interni mi presagiva il cuore. parte

SCENA V.

Don Alonso, poi Delmira.

D. Alonso. Chiaro da ciò si vede, che con paterno zelo

Anche al cuor dei selvaggi sa favellar il Cielo;
Che di farsi conoscere provvidamente ha cura
Fra i miseri ignoranti l’autor della natura.
Or da nuovi dettami... Ma il piede ha qui rivolto
Colei che dolcemente porta le grazie in volto.
Cinta di vaghe spoglie l’amabile donzella,
L’aiutan quelle vesti a comparir più bella.
Delmira. Signor, del mio rispetto il primo segno è questo:
Ecco, per compiacervi, all’Europea mi vesto;
E vi confesso il vero, pronta lo feci, e lieta.
Cambiar non mi dispiacque l’ispida pelle in seta.
Anche fra noi le donne hanno la pompa in pregio;
Ogni dì si procura rinnovellare un fregio.
Tosto che in primavera spunta un fior dal terreno,
Si ornano le donzelle col fior novello il seno.
Se una candida belva dal cacciator si uccide,
Fra noi la vaga spoglia a gara si divide.
Chi se ne adorna il collo, chi se la cinge 1 al petto.
Chi d’arricchir procura la gonna ed il farsetto.
Chi lo fa per piacere dell’amatore agli occhi,
Chi per destare invidia negli animi più schiocchi.
Ciascuna infra le donne signoreggiar procura,
E studiasi coll’arte supplire alla natura.
D. Alonso. D’uopo voi non avete di accrescere coll’arte

  1. Nella ristampa di Torino (1775) e nell’ed. Zatta: cigne.