Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1927, XXIV.djvu/491


IRCANA IN ISPAAN 487

SCENA IV.

Un Servo e detti.

Servo. Signor, vien preceduto, all’uso d’Ispaan,

Da corteggio festoso il Bey col Firman:
La grazia per Osmano reca il ministro eletto.
Machmut. Si usi ai regi caratteri il solito rispetto.
Vengano i servi tutti, vengan gli amici nostri,
Ciascun la casa onori, ed al Firman si prostri.
(parte il Servo

SCENA V.

Machmut, Tamas, Alì.

Machmut. Ma quando mai, crudele, quando un padre amoroso

Potrà sperar dal figlio la pace ed il riposo?
Non basta ch’io ti dessi, barbaro cuor, la vita,
Non basta a’ tuoi disastri la mia paterna aita,
Ch’io l’error tuo mi scordi, di’, non ti basta ancora?
Vuoi che comandi Ircana? Lascia, crudel, ch’io mora.
Poco di vita avanza a un genitor dolente;
Poco resister posso al rio fato inclemente.
Aspetti quell’ingrata dal morir mio vittoria,
Ma vuo’, morendo ancora, di me lasciar memoria.
Premiar vuo’ la virtude, punir la rea baldanza,
La tua minaccia è questa (a Tamas), quest’è la tua speranza.
ad Alì