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484 ATTO QUINTO
Non lo farà; pentito è degli error commessi;

Non caderà1 col padre in replicati eccessi.
Sul di lui cuore Ircana, di sposa ora in sembiante,
Non averà 2 la forza, che avea quand’era amante.
Tamas ancor del nodo credo non sia pentito,
Ma se obbedìo3 l’amante, comanderà il marito.
Tamas, che chiude in seno alma d’onor gelosa,
Adorerà costante il cuor della sua sposa.
Ma mirerà qual passa diversità d’amore
Dal cuor della consorte a quel del genitore.

SCENA II.

Alì e detto.

Alì. Signor, deh mi concedi parlar con quel rispetto

Che merita d’un padre il generoso affetto.
Lascia che qual gli porge il suo dover consiglio.
Parli colui che onori col titolo di figlio.
Sparsa per la famiglia udii testè la voce,
Che Ircana il fiero sdegno cova nel sen feroce;
Che odia la sposa mia, che non la soffre in casa.
Che l’onor nostro insulta, che di timori è invasa.
Grato a’ tuoi doni io sono, i tuoi voleri incitino,
Ma la tua pace io bramo, e di partir destino.
Machmut. No, non pensar ch’io voglia di te, di lei privarmi,
Che amo qual figlia: invano tenti Alì di lasciarmi.
Sposa è Ircana del figlio, sì, l’ Faccettai per nuora,
Ma quella donna altera, non mi comanda ancora:
Nè comandar vedrassi con autorevol ciglio,
Nelle mie soglie altera, di Machmut al figlio.
Tanta virtude ha in seno Fatima la tua sposa,
Che vincerà col tempo il cuor dell’orgogliosa;

  1. Savioli, Zatta e rist. torinese: No, non cadrà.
  2. Savioli, Zatta e rist torinese: Non avrà più.
  3. Rist. torinese e Zatta: ubbidì.