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IRCANA IN ISPAAN 479
Machmut. Bey, siedi.

Scacch Bey.   Sedete. (siede e fa sedere tutti
Machmut.   Spiacque al Re mio signore,
Che fosse a tal eccesso spinto Osman dal furore.
N’ebbe il Visir cordoglio, spiacer n’ebbe il Divano,
Piangono le milizie l’error del capitano;
Ma delle glorie ad onta d’uom valoroso e forte.
Condannano le leggi lo sventurato a morte.
Giunsero a piè del trono di Machmut i voti.
Di Machmut i pregi non sono al regno ignoti.
Questi all’imprese aggiunti del valoroso Osmano,
E vita e libertade gli otterran dal Divano.
Il gran Visir istesso la grazia ha già soscritto,
Indi ha il Firman segnato l’alto monarca invitto.
Ma per vietar lo scandalo in faccia alla milizia,
Dee in parte soddisfarsi la pubblica giustizia;
Onde quel che doveva pagar sangue sì caro,
Concedesi che vaglia pagar con il denaro.
Per sua cagion si contano cento guerrier fuggiti:
Sono sessanta i morti, ottanta e più i feriti.
Devono risarcirsi, e monta il prezzo loro.
Con pietà calcolato, a trenta borse d’oro.
Queste al Casnà si denno del sommo alto Regnante,
Al Visir, al Divano, si devono altrettante.
Mercè borse sessanta, Osmano avrà il perdono;
E chi il danar mi conta, ha la sua vita in dono.
Machmut. Merita ben la vita d’uomo ai trionfi avvezzo,
Che vendasi per esso la grazia a un sì gran prezzo.
In vece del suo sangue, borse sessanta d’oro
È una pietà che in premio da noi chiede un tesoro.
Scacch Bey. Machmut, se del tempo, se della grazia abusi,
Saranno i comun voti dal tribunale esclusi.
O le richieste borse a numerar ti appresta,

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  1. Ed. Pitteri: Soffì.