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IRCANA IN ISPAAN 457

SCENA IX.

Machmut e Fatima.

Fatima. Lo seguirò.

Machmut.   T’arresta. Donna non lice intorno
Andar fra noi scoperta, lontan dal suo soggiorno.
Perdonasi il trasporto, che uscir da quelle mura
Ti fece, per impulso d’affetto e di natura.
Torna all’albergo usato, torna all’amico tetto.
Fatima. Non lo sperar, se il padre...
Machmut.   Errar non ti permetto.
Fatima. Piacqueti ch’esponessi per te alla spada il seno.
Ora ch’io segua il padre non mi concedi almeno?
Machmut. No, Fatima, rammenta che il cuor mal ti consiglia.
Usa, non tel contendo, usa l’amor di figlia.
Del mio nemico io stesso, per compiacer te sola,
Procurerò lo scampo; ti do la mia parola.
In Ispaan, lo sai, può molto oro ed argento.
Dispor de’ scrigni miei ti lascio a tuo talento.
Parlerò cogli amici, col ministero1 ancora.
Salvo sarà tuo padre, non dubitar ch’ei mora.
Calmati, ed obbedisci chi per te nutre in petto
Salda, verace stima, e sviscerato affetto.
Fatima. Signor, tu mi consoli; sulla tua fè riposo.
Machmut. Eccolo il figlio mio.
Fatima.   Ecco con lui il mio sposo.

SCENA X.

Tamas, Alì e detti; poi Ircana.

Machmut. Vieni, o figlio, al mio seno.

Tamas.   Padre, pietoso il Cielo
Diè forza al mio valore, e secondò il mio zelo.
Alì. Fatima perchè trovo qui a Machmut unita?

  1. Savioli, Zatta e rist. torinese: con il ministro.