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IRCANA IN ISPAAN 451
Qua scelsi a mio talento tempo, vendetta e loco.

Assalgansi le porte, assalgansi le mura. (ai Soldati
Salma non sia là dentro dal mio furor sicura.
Chi si oppone, si uccida; sia dalle spade oppressa,
Se all’ira mia contrasta, sino la figlia istessa.
(I Soldati si movono verso la casa di Machmut, e vedesi aprir la porta.
Un Soldato. Signor, s’apron le porte.
Osmano.   Dall’insultar cessate;
Pietà lor non si nieghi, se chiedonmi pietate.
Venga Tamas pentito; Fatima venga unita.
Sia soddisfatto il padre, lor si dia pace e vita.

SCENA IV.

Tamas, Alì, Soldati sulla porta, e detti.

Tamas. Qui v’arrestate, amici, fino che l’uopo il chiede.

(ai suoi Soldati
Cessa gl’insulti Osmano; volgasi ad esso il piede.
Seguimi; non temere l’uom valoroso e forte. ad A
Alì. Teco fui fido in vita; tal sarò teco in morte.
Osmano. Olà; pria d’avanzarvi, franchi parlate, e dite
Se amici, o se nemici, perfidi, a me venite.
Tamas. Par che alla pace aspiri, non che a pugnar sen vada,
Chi tien contro un armato nel fodero la spada.
E trattenendo il passo al stuol che armato vedi,
(accennando i suoi Soldati
Amici, e non nemici, è forza che noi credi.
Alì. Con quel rispetto in seno, con quell’amore istesso
Che ti raggiunsi al campo, vengoti innanzi adesso.
Se la pietà m’indusse stringere al seno mio...
Osmano. Fatima di chi è sposa? questo saper vogl’io.
Tamas. So che ti offesi, Osmano, so che in tuo cuor reo sono,
Il mio rossor mi porta a chiederti perdono.