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450 | ATTO TERZO |
Osmano. Non temo.
Scacch Bey. Ti pentirai.
Osmano. T’inganni.
Scacch Bey. Ha da veder la Persia rinascere1 0) i tiranni?
Vuoi rinnovar tu adesso di Scach-Abass la storia,
Di cui sì dolorosa vive ancor la memoria?
Per chi? Per una figlia il valoroso Osmano
Sarà col suo signore ingrato ed inumano?
Pensa, vi è tempo ancora. Torna glorioso al campo.
Cerca all’error commesso, coll’obbedir, lo scampo.
Lascia la cura a noi di vendicar tuoi torti.
Reo non ti far con l’armi, che in Ispaan ne porti.
Temi il Re che si offende, temi il Divan che ti ama,
Temi la Persia tutta, che il difensor ti chiama.
Presto si perde il merto 2 dei conquistati onori.
Cambia sovente il fato in mirti anche gli allori.
Chi troppo in se confida, spesso pentir s’udio.
Non rovinar te stesso. Pensa all’onore; addio. parte
SCENA III.
Osmano e Soldati.
Ch’io vendichi i miei torti, ch’io vendichi la figlia.
Contro del Trace in campo vado a pugnar pel Re;
Contro un nemico in Persia venni a pugnar per me.
Là per l’onor combattere del mio signor degg’io 3;
Combattere la destra qui dee per l’onor mio.
Se il sangue dalle vene sparsi pel mio sovrano,
Il Re sia più 4 sollecito pel sangue di un Osmano;
Nè lagnisi di me, se in lui fidando poco,