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432 | ATTO PRIMO |
Machmut. Perfida I dal tuo cuore sperar se si potesse...
Ah tu sei fortunata fin nelle colpe istesse.
SCENA IX.
Alì e detti.
Torna Osmano furente, di me, di voi nemico.
Fatima non consente mirar d’Alì consorte;
Lascia il campo, e minaccia stragi1, ruine e morte.
Machmut. Tardi ver lui mi volsi, colla vendetta in mano.
Senza placarlo in prima, qui non si attenda Osmano.
Tornisi in Ispaan nelle paterne mura;
Figlio, fa che tua vita sia salva e sia sicura.
Alì, salvati meco; vieni tu pure, indegna, (ad Ircana
Ah non so dir qual astro a tuo favor m’impegna.
(parte
Alì. Pria che qua giunga il duce, noi ricovrar ci giovi.
Tamas. Deh vieni meco, Ircana; Osman qui non ci trovi.
Ircana. Misera! in tale stato non so quel ch’io mi faccia.
Ho l’inimico a tergo. Vo alla rivale in faccia.
Ma in quelle soglie ancora, se al mio valor non manco,
Spero vedermi un giorno senza nemici al fianco.
(partono tutti
Fine dell’Atto Primo.
- ↑ Ed. Pitteri: straggi.