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428 ATTO PRIMO
Non ho cuor di mirarlo. Troppo mi rende afflitto,

In faccia al padre mio, l’idea del mio delitto.
Ircana. Qual delitto? Sposarmi colpa tu credi, ingrato?
Torna, se così pensi, nel libero tuo stato.
Tamas. Ma per pietà, crudele, cessa di tormentarmi.
Ircana. Va, Machmut si avanza.
Tamas.   Ah chi potrà salvarmi?
Tremo dell’ira sua.
Ircana.   Celati.
Tamas.   E poi?
Ircana.   Riposa
Sul poter d’una donna, sull’amor di una sposa.
Tamas. Idolo mio...
Ircana.   Ti cela, lascia a me il provvedere.
Il mio voler si faccia.
Tamas.   Facciasi il tuo volere, parte

SCENA VII.

Ircana, poi Machmut iicon alcuni Servi che l’accompagnano.

Ircana. Ah che talor, lo veggo, son tormentosa a torto;

Ma l’inquieto costume fin dalla culla io porto.
Amor però del mio, no, maggior 1 non si trova;
Venga l’amor ch’io nutro, colla fierezza in prova.
Tenti un pietoso inganno d’intenerir quel ciglio.
Machmut. (Qui la perfida Ircana?) Empia, dov’è mio figlio?
Ircana. Al genitore dolente nuova funesta io porto.
Ah il figlio tuo...
Machmut.   Che avvenne?
Ircana.   Il tuo diletto è morto.
Machmut. Morto Tamas? oh Numi! la vista ahi mi si oscura.
Ah de’ miei sdegni ad onta langue in me la natura.
Tu senza pianto agli occhi, barbara, lo dicesti?

  1. Nella ristampa di Torino (1775) e nell’ed. Zatta leggesi: Amor però del mio maggior no, non si trova.