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IRCANA IN ISPAAN 425
Ibraima. Meglio per noi, che avesse Fatima a restar qui.

Bulganzar. Ora è in un bell'imbroglio anche il povero Alì.
Ibraima. Perchè?
Bulganzar.   Chi sa se Osmano, l’altrier da noi partito
Contento è ch’egli sia di Fatima marito?
V’è una gran differenza di Tamas dallo stato,
A quello di costui, che meno è fortunato.
Egli al campo vicino a ritrovarlo andò;
Ma che ritorni vivo promettere non vuo’.
Osmano è una bestiaccia: se scaldasi il cervello,
Rimanda senza testa il genero novello.
Lisca. Per Fatima la cosa brutta sarebbe affé,
Vedova andar due volte in men di giorni tre.
Ibraima. Perchè andar egli stesso? Altri dovea mandar;
Era men mal che andato fossevi Bulganzar.
Bulganzar. Brava; perchè s’avesse dunque con me sfogato.
Ibraima. Se teco si sfogava, che mal sarebbe stato?
Al mondo poco preme d’un uom come sei tu.
Tu sei su questa terra un mobile di più. parte
Bulganzar. Sentite come parla colei con un par mio?
Lisca. Caro il mio Bulganzar, penso così ancor io.
Un albero incapace di rendere buon frutto,
È ben che dalla terra si sradichi del tutto. parte
Bulganzar. Che ti venga il malanno.
Zama.   Non ti sdegnare, amico.
Si sa che tu nel mondo non servi che d’intrico.
Un uom che ha la consorte, da lei non s’ha a dividere:
Se muore Bulganzar, è un uom che fa da ridere.
parte
Bulganzar. Maltrattano le donne con sprezzo e villania,
Ma alfin, se son qual sono, non è per colpa mia.
Eppure intesi a dire vi sieno in altri stati
Degli uomini miei pari, e ricchi, e fortunati.
Se avessi bianco viso, andar vorrei lontano,
A far la mia fortuna da musico soprano. parte