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conoscerla e di trattarla; ed io, che di un piccolo raggio restai contento, misurar posso il bene di chi le vive dappresso, e molto più del felicissimo Sposo, che la possiede. Iddio, dator d’ogni bene, conoscitore del vero merito e fonte d’ogni virtù, benedica, e prosperi, e d’ogni grazia ricolmi il Pargoletto che le ha concesso, e sia di consolazione alla Madre; ed ella serva ad esso d’esempio. Cresciuto il caro germe in età, fra le grandezze della Famiglia, e fra gli onori che gli prepara la Patria, se mai gli giungono per avventura i miei volumi dinanzi agli occhi, deh! non isdegni mirarvi impresso il nome grande della sua venerabile Genitrice. Ammiri per una parte l’animo suo benefico e generoso, onde ha Ella fregiato chi di esserle servidore si vanta, e impari da così egregia Maestra, che l’onesta Commedia non è spregievole e indegna. Sì, nobilissima Dama, la scienza del buon costume, che voi amate, spicca nelle morigerate Commedie; e da ciò nacque il diletto che in tali Opere voi prendete, conoscendo da voi medesima, che se io non giunsi alla meta, non cessai almeno di battere questa strada. Il vostro genio felice può incoraggiarmi a tentar più oltre i progressi, e già sento validamente animarmi, dacché vi degnate l’offerta di quest’Opera mia benignamente accettare, e l’onore mi concedete di potermi umilmente ed ossequiosamente soscrivere

Di V. E.

Umiliss.mo Devotiss.mo Obbligatiss.mo Servidore
Carlo Goldoni.