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A SUA ECCELLENZA

LA SIGNORA

METILDE ERIZZO

NATA MARCHESA BENTIVOGLIO1.

S

ONO parecchi anni, ch’io vengo onorato dalla protezione di due Nobilissime Dame Sorelle, Zie Paterne dell’E. V.: in Bologna l’Eccellentissima Signora Marchesa Eleonora Albergati 2, ed in Ferrara l’Eccellentissima Signora Lucrezia Rondinelli 3. Ragionarono esse meco sì dolcemente dei pregi ammirabili di V. E., e tanto nelle due suddette Città sentii con ammirazione parlarne, che m’invogliai di conoscerla, e di acquistarmi il di Lei Patrocinio. Parvemi che la sorte favorisse i miei voti, allorché intesi essere l’E. V. destinata in Isposa all’Eccellentissimo Signore MARCANTONIO ERIZZO, Patrizio Veneto, dicendo fra me

  1. La presente lettera di dedica uscì in testa all’Ircana in Ispaan nella prima stampa della commedia, cioè nel tomo VI del Nuovo Teatro Comico dell’Avvocato Carlo Goldoni, edito a Venezia, presso F. Pitteri, nel 1760
  2. La bella e imperiosa marchesa Eleonora, nata Bentivoglio d’Aragona, e sposa del senatore Luigi Albergati Capacelli, era nipote del famoso cardinale Cornelio Bentivoglio, traduttore della Tebaide, e fu madre nel 1728 di Francesco Albergati, futuro commediografo (v. dedica e Nota storica della Serva amorosa, nel vol. VIII della presente edizione, e dedica del Cavaliere di spirito, nel vol. XIV). A lei dedicò Piar Jacopo Martello una sua tragedia, l’Edipo tiranno (nel t. IV delle sue Opere: Seguito del Teatro Italiano, Parte I1, Bologna, 1723, pp. 499-504); e molti de’ suoi prolissi canti Giampietro Cavazzoni Zanotti (Poesie, Bologna, 1741, t. II e t. III); e il padre Bonifazio Collina La Morte di Cesare di Marianna Barbier, tradotta dal francese (Bologna. 1724); e, più tardi, una canzonetta il padre Bettinelli (Opere, t. XVIIIU. Venezia, 1800, pp. 243-247). Vedova fin dal ’51, sopravvisse al marito vent’anni, ma Francesco si separò dalla madre fin dal 1766 e passò a vivere prima a Verona, poi a Venezia.
  3. La marchesa Lucrezia Bentivoglio d’Aragona, sorella di Eleonora, sposò il marchese Ercole Rondinotti di Ferrara, del quale fu ospite per più giorni il Goldoni nella primavera del 1752. Nella lettera allo stampatore Bettinelli, che serve di prefazione alla Famiglia dell’antiquario (nel tomo III delle Commedie, edito a Venezia nel 1752), narra il Goldoni come a questa nobilissima dama “piena di spirito e di talento” leggesse le sue commedie “ed il Molier specialmente” (v. pure Lettere di C. Goldoni con pref. e note di G. M. Urbani ecc., Venezia, 1880, p. 56). Nel ’53 a lei con riconoscenza dedicò l’Avventuriere onorato (v. volume VI della presente edizione).