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396 ATTO QUINTO
Ircana. Lodo in cor generoso questi sì eroici vanti,

Dell’onor delle spose lodo gli sposi amanti.
Offender non ardisco la gloria di colei,
Che Tamas ha coraggio lodar sugli occhi miei.
Ma del tuo core alfine volubile e leggiero
Supera i vani obietti, riprendi il tuo sentiero.
Ad Ispaan ritorna, torna alla sposa in seno;
Ma a lei vicin tornando, non l’insultare almeno.
Sì, quando a lei t’appressi, per me ti desta amore;
Quando a me sei vicino, senti la sposa al core.
Misero, qual follia, qual vergognoso affetto
T’agita, ti confonde, t’empie d’affanni il petto?
Il turbamento interno ti si conosce in volto.
Vattene.
Tamas.   Per pietade...
Ircana.   Vattene; non t’ascolto.
Tamas. Odimi: se più miro Fatima senza velo,
Fulmini l’ire sue sulla mia testa il Cielo.
Possa da te lontano morir ferito il core,
Lungi dal suol natio per man d’un traditore.
Se a sciogliere un tal nodo il desir mio contrasta,
Vivo m’abbia l’inferno; s’apra la terra...
Ircana.   Ah basta.
Giungono i labbri tuoi a inorridirmi 1 il seno.
Tamas. Mi credi?
Ircana.   Un poco più.
Tamas.   Temi di me?
Ircana.   Un po’ meno.
Tamas. Dammi un lieve conforto, se tu non vuoi ch’io mora.
Dammi la destra tua.
Ircana.   No, non è tempo ancora.
Tamas. Quando sarà quel giorno, che ti vedrò placata?
Ircana. Quando sarà la sposa o morta, o discacciata.

  1. Ed. Pitteri: innorridirmi.