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372 ATTO TERZO
Tamas. Come tornar poss’io, come al paterno tetto

Con questo duolo intorno, con questo affanno in petto?
In faccia presentarmi a Fatima potrei
Dopo la fè promessa, dopo i deliri miei?
Del padre, che furente sarà pel figlio ingrato,
Come soffrir la vista, come il rigore usato?
No, non fia ver ch’io vada.
Bulganzar.   Oh guardate chi è qui.
Tamas. Stelle! Chi viene? Ircana?
Bulganzar.   L’amico vostro Ali.
Tamas. L’amico? oh mia vergogna! Oimè! dove m’ascondo?
Bulganzar. Vergognarvi di lui?
Tamas.   Vorrei fuggir dal mondo.

SCENA XIII.

Alì e detti.

Alì. Tamas.

Tamas.   Oh cara voce, tu accresci il mio rossore.
Alì. Quel che a voi mi conduce, è amicizia, è amore.
Tamas. Questo e quella non merto.
Alì.   Ma io vi compatisco.
Tamas. Ite, o contro me stesso crudelmente infierisco.
Bulganzar. Consolatelo voi, ch’io farlo non potrei.
Vado, se m’è permesso, a far i fatti miei.
(Aver che far co’ pazzi son sempre impegni brutti;
Ma il pazzo innamorato è il peggiore di tutti).
(da sè, e parte

SCENA XIV.

Tamas e Al).

Alì. lnutil, mi lusingo, non sia la mia venuta.

Dite: trovaste Ircana?
Tamas.   La trovai, l’ho veduta.