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356 ATTO SECONDO
Non basta che schernita m’abbia un amante ingrato,

Anche l’amor di donna contro me è congiurato.
Se taccio, e non mi scopro, il mal si fa peggiore;
Se parlo, e mi disvelo, s’offende il mio signore.
Venga la morte almeno; traggami fuor de’ guai.
S’ha a morir una volta... Stelle! che vedo mai?
Qui Bulganzar?
Bulganzar.   Qui sono. Se sapeste perchè?
Ircana. Demetrio ti ha veduto?
Bulganzar.   No, Demetrio non c’è.
Un Armeno mio amico, che serve in questo suolo,
Per di qua mi ha introdotto. Però, non vengo solo.
Ircana. Con chi dunque?
Bulganzar.   Con uno... indovinate chi?
Ircana. Parla, che vuoi ch’i’ sappia?
Bulganzar.   Zitto. Tamas è qui.
Ircana. Tamas? Come! a che viene?
Bulcanzar.   Tornando alla città,
Lo ritrovai smanioso, che faceva pietà.
Lo salutai passando; ei non guardommi in viso.
M’arrestai a mirarlo; ed egli all’improvviso,
Perso, per quel ch’io vidi, della ragione il lume,
L’ala montò del ponte per gettarsi nel fiume.
Corsi per arrestarlo...
Ircana.   Precipitò?
Bulganzar.   No, un salto
Feci per arrestarlo, e lo sospesi in alto.
Ircana. Perchè volea...?
Bulganzar.   Per voi.
Ircana.   Per me? Mi ama egli ancora?
Bulganzar. Quando volea annegarsi, convien dir che vi adora.
Ircana. Dov’è?
Bulganzar.   Lo fo venire?
Ircana.   Anima mia diletta,
Dove sei? Perchè tardi?