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IRCANA IN JULFA 353
Ircana.   Sì, per donna m’affanno.

Kiskia. Libera, o maritata?
Ircana.   Sposa de! mio tiranno.
Kiskia. Lascia d’amar colei, che alfin d’altri è consorte.
Ircana. Amar la mia nemica? l’odio più della morte.
Zulmira. Dunque, se tu l’abborri, avrai libero il seno.
Kiskia. Dunque amor più non senti.
Ircana.   Sì, per amore io peno.
Zulmira. Ami e abborri in un punto?
Ircana.   Così vuol la mia sorte.
Kiskia. Cerca rimedio al cuore.
Ircana.   Il mio rimedio è morte.
Zulmira. (Mi fa pietà). da sè
Kiskia.   (Mi sento intenerire). da sè
Zulmira.   Ircano,
Cambia amor nel tuo seno.
Ircana.   Ah lo sperarlo è vano.
Kiskia. Provati; ma rammenta la sorte tua passata.
Mai più d’amor favella con donna altrui legata.
Ircana. Pria morir, che nel seno tai concepir ree voglie.
Zulmira. Può di pietoso amore ardere onesta moglie.
Kiskia. Ma la pietà ben presto cambia nel sen l’ardore.
Zulmira. Serba innocente il foco chi ha virtuoso il cuore.
Kiskia. Tanta virtù chi ha in seno?
Zulmira.   La può vantare il mio.
Kiskia. Eh Zulmira, sei donna, come lo sono anch’io.
Ircana. Cessin le gare vostre, donne per me pietose.
Sareste inutilmente dell’amor mio gelose.
Offrir posso ad entrambe rispetto e servitù;
Da me sperar, credetelo, non potete di più.
Kiskia. Vedova nutrir posso di lei miglior speranza.
Ircana. Meco può sperar poco la vostra vedovanza.
Zulmira. Moglie onesta qual sono, da te non chiedo nulla.
Ircana. Sarò con voi congiunta 1, qual vi sarei fanciulla.

  1. Dovrebbe dire: congiunto.