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340 ATTO PRIMO
Demetrio. (Anima generosa!) da si

Zaguro.   (Perderla non vorrei). da si
Bulganzar. (Per un simile prezzo anch’io la comprerei). da d
Demetrio. Se meco esser ti aggrada, ti offro l’albergo mio.
(ad Ircana
Zaguro. Tetto onesto e sicuro posso offerirti anch’io. (ad Ircana
Demetrio. In società noi siamo, è ver, ma ti protesto.
Se tai schiave si comprano, socio non sono in questo.
(a Zaguro
Zaguro. Se la sprezzai non vista, ora desio d’averla.
Demetrio. Io rispettai la donna, prima ancor di vederla.
Bulganzar. Demetrio è un galantuomo: è vero, io l’ammirai.
Le donne, come donne, non si sprezzano mai.
Demetrio. Ircana, ognun1 di noi d’averti ora pretende:
Scielga2 il suo compratore chi a prezzo tal si vende.
Ircana. Lo scieglierò, ma giuri prima ciascun di voi
Non far che la mia scielta susciti i sdegni suoi.
Bulganzar. Ircana, per non render mal soddisfatto alcuno,
O venderti, o donarti, potrai metà per uno.
Demetrio. No, meco in societade non degna esser Zaguro.
Sciegli tu il compratore; io soffrirollo, il giuro. (ad Ircana
Zaguro. Elegga pur.
Ircana.   Prometti soffrir la scielta in pace? (a Zaguro
Zaguro. Lo prometto.
Ircana.   Lo giuri? (a Zaguro
Zaguro.   Giuro. (Costei mi piace). da sè
Ircana. Di timor, di discordia, altra ragion non veggo.
Questi Demetrio ha nome? (a Bulganzar
Bulganzar.   È ver.
Ircana.   Demetrio eleggo.
Demetrio. (Dell’acquisto son lieto). da sè
Zaguro.   (L’onta soffrir non posso). da sè
Bulganzar. (Ha fatto bene a sciegliere il mercante più grosso), da sè

  1. Ed. Pittori: ogni un.
  2. Nella rist. torinese e nelle edd. Savioli e Zatta: scelga; più sotto: sceglierò, scegli, scelta.