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338 ATTO PRIMO
Ircana. Sei lune in un serraglio di giovane fui schiava.

Bulganzar. E per questo, che importa? Altrui ti venderanno
Qual se or fossi venuta...
Ircana.   T’accheta, lo non inganno.
Demetrio. (Vedi il bel cuor sincero soavemente audace).
(piano a Zaguro
Zaguro. (Ed è vaga costei. Costei non mi dispiace).
(piano a Demetrio
Bulganzar. (Parmi che non la sprezzino. Voglio accostarmi a loro).
da sè
Demetrio. (Schiava non è volgare). da ti
Zaguro.   (Vale Ircana un tesoro), da ti
Ircana. (Tamas, di te, crudele, tento scordarmi in vano.
Barbaro! se qui resto, da te non mi allontano). dia ti
Bulganzar. (E ben, che ve ne pare?) (a Demetrio
Demetrio.   (Comprarla io non isdegno).
(a Bulganzar
Zaguro. (Vendila a me, che darti più dell’altro m’impegno).
(piano a Bulganzar, tirandolo in disparte
Bulganzar. (La comprerete uniti). (a Zaguro
Zaguro.   (No, per me sol la voglio).
(a Bulganzar
Demetrio. (Nero, a me tu la vendi). (a Bulganzar
Bulganzar.   (Questa gara è un imbroglio).
da sè
Ircana. Ben. Chi di voi mi compra?
Demetrio.   S’ha a contrattar con lui?
(accennando Bulganzar
Ircana. Vendo me da me stessa.
Bulganzar.   Ma il condottiere io fui.
Demetrio. Che pretendi? (ad Ircana
Zaguro.   Che chiedi? (ad Ircma
Demetrio.   Non ti pigliar tal pena.
Schiava comprar tu sdegni d’ardir, di gloria piena.
(a Zaguro