Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1927, XXIV.djvu/328

324

illustri, dignità eccelse, e in questi giorni medesimi quattro Fratelli, che vivono, sono tutti egualmente della veste Senatoria condecorati1. Eccomi provveduto di ricca messe, onde principiare le laudi di una gran Dama da quelle di due Famiglie degnissime di Poema e d’Istoria. Ma quando compiuto avessi un volume delle glorie di questi eccelsi Casati, quando avessi esaltata l’antichità dell’origine, la purezza del sangue, l’abbondanza delle ricchezze, il merito dei pubblici commendati servigi, gli onori dal Principe riportati, gli uomini illustri in armi, in lettere, in santità di costumi; quando ad uno ad uno descrivere io sapessi gl’illustri Eroi dei CANALI, e dei SAVORGNANI, per indi poi, come sogliono i lodatori, trarne argomento di maggior gloria per quel che lodano, avrei bensì principiato a soddisfare le brame degli ammiratori del Vostro merito, ma non avrei per questo toccato il punto, che assai più gl’interessa, e che li fa scorrere con avidità questo mìo umilissimo Foglio. Quel che aspettano di ritrovarvi, quel che pretendono che abbondantemente da me si dica e s’innalzi, precisamente consiste nel Vostro merito personale. Qui mi vogliono, a questo passo mi attendono, e di udir cose grandi sono eglino prevenuti. Ma questa gran prevenzione è quella appunto, che mi fa temere. Veggonsi le cose ordinariamente dalla soverchia espettazione infiacchite. Un bell’argomento innamora; tutti aspettano, che l’arie del Poeta vi corrisponda, ma ciascheduno si ha figurata un’idea particolare sull’argomento medesimo, e in forza della prevenzione non trova l’opera di suo piacere. Tal’è, Nobilissima Dama, l’avventura ch’io dubito nel ragionare di Voi. Troppo è prevenuto il Mondo del Vostro merito, e della Vostra virtù; e quanto è più nobile l’argomento, tanto più aspettano, e tanto meno mi trovo in grado di soddisfarli.

Potrà, se non altro, (giacche i miei Libri girano in varie parti del Mondo) dar un’idea della Vostra mente e del Vostro cuore alle persone straniere, ma siete dalle più colte Nazioni assai conosciuta; poichè qua Forastieri, che vengono qui invitati dalla

  1. Allude ai senatori Antonio, Zuanne o Zan (Giovanni) Carlo, Ferrigo e Costantino. Due altri fratelli di questa feconda famiglia erano filippini, ossia preti dell’Oratorio, Zuanne (Giovanni) a Urbano (n. 1704, m. a Bologna 1777); e due sorelle erano spose. Maria a Teresa.