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310 ATTO QUINTO
Ma io son persuaso, che vincerà la sesta.

I dubbi si risolvono, quando consiglia amore.
Rimorsi non s’ascoltano, quando favella amore.
Gii affanni non si sentono, se ci lusinga amore.
Anche la legge stessa talor cede all’amore.
Si perde ogni rispetto in grazia dell’amore.
Cinque ragion non vagliono, quando la sesta è amore.
Rigadon. Da un uomo di buon senno altro sperar conviene.
(a Pierotto
Dite, signora mia, mi son portato bene?
Cellina. Malissimo.
Rigadon.   Scherzate...
Cellina.   Mal vi dico.
Rigadon.   Perchè?
Cellina. Confidare il segreto voi dovevate a me.
La cosa avrei condotta con altra direzione;
A tempo avrei parlato, senza far confusione.
Dell’opera s’avrebbe meglio raccolto il frutto.
Voi operate a caso, siete ignorante in tutto. porte

SCENA XI.

Monsieur Rigadon e Pierotto.

Rigadon. Solite sue finezze; madama è una signora,

Che ognor con gentilezza il suo consorte onora.
Ma di lei non mi cale, bastami aver l’intento.
Mi ha favorito il fato; parmi d’esser contento.
Pierotto. Credete voi che voglia il Peruvian lasciare
La Peruviana sua?
Rigadon.   Non la potrà sposare.
Pierotto. Quando l’amore accieca...
Rigadon.   In lor cambia figura:
S’amano due fratelli per sangue e per natura.
Pierotto. Voi credete che in loro natura abbia operato.
Con vostra buona grazia, così non ho pensato.